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Trouble: recensione del nuovo film Netflix (www.cinefilos.it)

L’intreccio caratterizzato dal
poliziotto cattivo e corrotto è ormai da tempo consolidato: ne sono
esempi cinematografici un gran numero di film polizieschi quali ad
esempio

, diretto da
Martin Scorsese
o
La legge dei più forti
. Ciononostante l’elemento della lotta
per la giustizia sembra continuare a attirare ugualmente il grande
pubblico. Trouble racconta un simile caso di
corruzione: diretto da Jon Holmberg, la pellicola
svedese presenta le vicende di Conny, giovane ingiustamente
condannato per un omicidio. Nel cast si ritrovano figure emergenti
o comunque solo note nel panorama cinematografico nazionale.
Filip Berg interpreta il protagonista Conny,
mentre la cantante e attrice Amy Deasismont
(Min
Lilla syster
) è nel ruolo di Diana, una giovane detective.

 

 

Trouble: dritto in prigione

Trouble si apre
durante una trattativa tra bande criminali: una vendita di droga.
La transazione viene interrotta da un blitz della polizia, la quale
trova solo una piccolissima parte della sostanza venduta, il resto
sembra essere svanito nel nulla. Solo un passante qualsiasi ha
assistito al delitto finale, riprendendone la scena con il proprio
cellulare: il video diviene la condanna a morte dell’uomo e la
prova definitiva di colpevolezza del criminale.

Conny, un giovane padre e commesso
in un negozio di elettronica, è colpevole solo di trovarsi nel
posto sbagliato al momento sbagliato. Mentre sta montando un
televisore a casa dell’uomo testimone del misfatto, questo viene
brutalmente assassinato con un caccia vite. La colpa viene fatta
ricadere su Conny, il quale finisce ingiustamente in prigione. Ma
il ragazzo non si arrenderà tanto facilmente: l’impossibile verrà
fatto affinché la verità venga finalmente fuori.

Trouble film Netflix 2024Trouble film Netflix 2024
Trouble (L to R) Filip Berg as Conny, Robert Follin as Sam, Joakim
Sällquist as Musse in Strul. Cr. Courtesy of Netflix ©
2024

Trouble: vittima delle
circostanze

Un elemento interessante di
Trouble che emerge subito all’occhio dello
spettatore è la presenza di un ironia che rasenta il paradosso.
Conny viene condannato ingiustamente a ben 18 anni di reclusione
senza praticamente un battere di ciglia.  Ciò ovviamente
sembra essere anche poco credibile e vero simile: le società
attuali, specialmente quelle occidentali, sono caratterizzate da
diversi sistemi di garanzia affinché tutti abbiano diritto a un
giusto processo, o almeno ci si illude che sia sempre così. Di
conseguenza sembra essere assurdo che in così poco tempo la vita di
un uomo innocente possa essere spezzata senza un valido motivo.

Viene presentato in maniera anche
molto delicata il rapporto padre figlia tra Conny, papà amorevole,
e la propria bambina. Conny stesso si ritrova in questa situazione
paradossale proprio per poter permettersi di pagare alla figlia
delle lezioni di equitazione.

Poliziotto buono e poliziotto
cattivo

Altro cliché sviluppato in
Trouble è proprio la contrapposizione tra…

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